lunedì 27 ottobre 2008

"ricordo che vieni, ricordo che vai"




Dopo tutto questo tempo ci sono sentimenti che se ne vanno piano piano, non senza far male; altri, si purificano dai peccati ma di andarsene non ne vogliono sapere. perchè? nonostante il giardiniere strappi via le erbacce loro continuano a crescere, e in un certo senso sembra come se il prato non possa farne a meno della loro presenza. Non vorrei essere il prato, e non aspiro di certo alle erbacce, piuttosto vorrei essere un fiore coltivato di proposito, curato e protetto. Come si fa quando l'erbaccia diventa il fiore più bello che si abbia mai visto? è un mondo pieno di fiori... e allora perchè? è proprio vero che a l'uomo piace farsi del male, è nella sua indole. Vorrei solo sentirmi più vicina, vorrei solo sentire. Sicuramente i progressi ci sono e si vedono, non tutti sono positivi agli occhi altrui, ma di certo mi fanno star meglio. Eppure ci sono addii che non si avrebbe voluto dire, e porte che anche se chiuse hanno ancora le chiavi attaccate. Io sono qui, e forse non vorrei andare troppo lontano.

sabato 25 ottobre 2008

io chi?


Lasciatemi essere la ragazza pessimista e triste che sono quando nella stanza siamo solo in due: io e la mia gemella, che la realtà non vede. Ho la capacità di nascondere le cose alle persone, anche quelle più vicine, ed ho il difetto a volte di essere un libro aperto. So amare una cosa e odiare la medesima stessa. So ridere e piangere di uno stesso film. So dare e togliere forza a chi mi sta intorno. E' un' altalena che mi sta facendo più male che bene. Non riesco più a vedere mia madre come mia madre perchè mi ha fatto troppo male, eppure nonostante mio padre continua a farmene tanto lo cerco lo stesso. Vorrei solo cancellare gli ultimi dieci anni, vorrei poter amare mia madre come allora, incondizionatamente e non giudicarla più. Non voglio sentirmi costantemente abbandonata. Vorrei guardare avanti, o anche solo al presente e lasciar perdere quello che è stato, con lei, con lui, con gli amici. Non so come si fa, è veramente difficile. mi sono sentita tante di quelle volte tradita e abbandonata che non ho fiducia più in nessuno, nemmeno in chi conosco da poco. E' una perdita già solo trovare. Non voglio consigli inutili e belle frasi. vorrei solo una gomma magica, o una felicità nuova che mi dia fiducia negli altri e positività. so che appena uscirò di qui andrò a lavoro con il sorriso sul viso, farò ridere chi mi circonda dicendo stupidagini, perchè "somiglio ad un fumetto" più che ad una vent'enne. I clienti fissi mi chiederanno come va ed io risponderò bene non facendo trapelare la più piccola emozione ma fingendone solo altre. a quel punto mi convincerò che la vita in realtà è bella, che quando c'è il sole scalda e la pioggia lava via i brutti pensieri e ti coccola, perciò è una vita che vale al pena vivere... un auto-convinzione che mi porterà di nuovo a non capire cosa prove realmente.. e di nuovo il circolo vizioso. a volte mi aspetto di non trovare più il mio viso la mattina mentre mi specchio, e di scoprire chi in verità sono.

mercoledì 8 ottobre 2008

Paris, que je te quitte...

Paris. La sensazione è stata quieta. L'emozione è arrivata in punta di piedi fino a quando non si è scontrata con la realtà: ero a Parigi e nessun pizzico mi avrebbe risvegliato. Lì c'era tutto quello che avevo sempre immaginato e qualcosa in più, c'ero io, ed ero nel posto giusto. Ho visto poco, ma non mi interessa, anzi, ciò vuol dire che sarò costretta a tornarci :) Ho cominciato a capire dov'ero nel momento in cui sotto la Torre Eiffel ha cominciato a piovere. La pioggia più bella che io avessi mai visto: nebbia condensata troppo pesante per rimanere sospesa, ma anche troppo leggera da cadere violentemente a terra; ti accarezza il viso e colora il cielo di un grigio melanconico. Felicità. Non era come la immaginavo e credo di averla apprezzata meglio appunto perchè le mie aspettative non sono state nè confermate nè deluse. E' semplicemente Bella, in un modo comprensibile solo se vissuta. Mi sono accorta di sentirmi a casa più che all'estero, e per la prima volta ho fatto un viaggio in cui la musica non dovesse colmare nessuna assenza, nessuna mancanza. E' una città grande, una grande città. Ho voglia di tornare, e questa voglia si ha solo dove ci si sente a casa. Io la consiglio, anche se nessuno la vivrà mai allo stesso modo. Credo che le emozioni di ognuno la rendono ogni volta una città diversa in base a chi la visita. Bella.
Il Louvre non è come lo immaginavo. E' molto più grande, più caotico, più ricco. C'è di tutto, e forse troppo in effetti. Emozione a mille anche lì: Amore e Psiche, la Nike, la Venere delle Rocce, Pannini, Raffaello, Michelangelo, Leonardo, Canova, Delacroix, David, Botticelli, Gericoult... tutti anche chi non ti aspetti... Ho il respiro pieno solo a ripercorrerli tutti in quelle enormi sale.
Il Museo D'Orsey ti impressiona più di quanto si possa credere... Monet Manet, Renoir, Van Gogh... 10 anni visti sui libri, quadri con le dimensioni da cartolina in alcuni casi sono in realtà pareti intere... e Manet, quando l'ho visto... ormai credevo fosse solo frutto della mia immaginazione. Sarò stata sul serio a Parigi? Ne ho un ricordo come di uno di quei sogni perfetti, belli, di cui la mattina si fa fatica ad accettare che in realtà si è solo dormito, ma che ti fanno partire bene la giornata. Anche i rumori delle macchine avevano un suono diverso, quasi musica. L'ho vissuta dentro di me, ed è stato intimo e bello, proprio Bello.