lunedì 17 gennaio 2011

discorsi interrotti


Quando vedo un foglio bianco mi viene sempre una gran paura, del tipo "non sapere come scrivere ciò che provi senza essere troppo confusionaria e distratta, passando da un pensiero all'altro". Scrivere spesso richiede ordinarsi la mente e accettare emezioni e stati d'animo con cui non ci si aspetta di doversi confrontare. La paura ispiegabile dell'aereo per esempio. So perfettamente di non averne paura, ma è la preoccupazione più plausibile su cui proiettare le proprie insicurezze e paure nel momento in cui si sa di dover ordinare la propria vita e dover affrontare necessariamente situazioni di elevato stress mentale. Come un foglio bianco da dover riempire e rendere comprensibile a tutti, in questo caso a se stessi. Nero su bianco è pur sempre una sorta di dichiarazione che se non espressa nel modo più corretto si rischia di essere travisati, e quando il primo critico è proprio chi scrive diventa più difficile. Insomma quello che ho cercato di capire è perchè e scrivendo credevo sarei stata più chiara con me stessa. Ho voglia di fare un po' di cose, non sono pronta a mollare, avere voglia di vivere è una bella sensazione, avere voglia di fare e forse di amare e lasciarsi amare, provare prima di svanire, provare a crescere e creare prima di mutare irreversibilmente. Non sapendo da dove cominciare provo solamente ad andare avanti e non fermarmi. Quindi, ho bisogno di un altro aereo.