Il tempo scorre e scandisce fastidiosamente, come una ricorrenza impertinente il passare dei secondi, la pelle invecchia, le amicizie maturano, alcune diventano conoscenze, il mondo diventa più caldo, le tempeste più violente, le ferite più dolorose ed il cielo se la ride. A volte non si riesce a vedere ciò che ci chiama perchè troppo intenti ad osservare altro e la voce non ha più alcun suono, ed i gesti sono invisibili. Il Cambiamento quasi si impersonifica e semina, è un imperativo da cui non ci si sottrae. Solo la musica, sempre più lenta, più familiare cerca di levigare questi spigoli troppo appuntiti tentando di mutare quasi il dolore in un soffice cuscino, ne cambia la natura. Il cielo è plumbeo anche con il sole, troppo timido per farsi spiare da noi comuni mortali troppo intrisi di peccati. Ogni giorno una ricerca difficile... ma verso cosa? se oggi cerco e lo stesso domani, quand'è veramente che assaporo i frutti dei miei sforzi? un impegno costante rivolto a coltivare una pianta carnivora che mi mangerà appena ne sarà ingrado. Allorchè niente ha più senso se non cercare di essere felici anche sotto un cielo scuro e scansare questa voglia di ricerca che rischia solo di non farci godere delle cose giornaliere riduciendole a banalità inutili. (e perchè?) A volte sembra veramente che ogni cosa intorno ti metta fretta, e questa stupida nostalgia che sembra non ci sia mai, in realtà cova all'interno di te e ti punzecchia quando meno te lo aspetti, quasi incrinando la forza che hai nel rimettere la tua vita sulle giuste rotaie. rotaie... oggetto di ferro... non avevo mai pensato quanto le costruzioni dell'uomo siano vincolanti e ti spingano sempre in un unico angolo, mentre una collina ti permette di seguire qualsiasi direzione, perchè di fatto non ha nè confini, nè meta e ti da la possibilità di poter cogliere qualsiasi ceppo d'erba. Forse è anche questo che porta le persone ha sciegliere tra "città e campagna". Ma questa sera non ci sono scelte, o cmq non ce ne sono di importanti, non stasera. Stasera alberga la riflessione confusa di una mente troppo stanca di pensare e vogliosa solo di agire, forse perchè troppo consumata. Ho voglia di essere coccolata da suoni tipicamente italiani e cullarmi in un mondo che può essere solo il mio. La notte, le stelle, gli aerei che passano silenziosi mi portano a Parigi, lungo quelle viette strette fatte di sanpietrini bagnati da una pioggia leggera dove camminare e gurdare i palazzi con le loro finestre "spente"... solo una è accesa, dalla quale proviene il suono di un pianoforte... chissà chi lo suona. A volte così "passo le notti", perlomeno questa. Magari all'alba, prima che sorga completamente il sole, andrò in un "caffè" che odorerà di quadri e di artisti e rimarrò finchè possibile ad ammirarli intensamente finchè il sonno non mi salverà dal bagliore della luce.
giovedì 6 marzo 2008
°L° una NOtTE °v°
Il tempo scorre e scandisce fastidiosamente, come una ricorrenza impertinente il passare dei secondi, la pelle invecchia, le amicizie maturano, alcune diventano conoscenze, il mondo diventa più caldo, le tempeste più violente, le ferite più dolorose ed il cielo se la ride. A volte non si riesce a vedere ciò che ci chiama perchè troppo intenti ad osservare altro e la voce non ha più alcun suono, ed i gesti sono invisibili. Il Cambiamento quasi si impersonifica e semina, è un imperativo da cui non ci si sottrae. Solo la musica, sempre più lenta, più familiare cerca di levigare questi spigoli troppo appuntiti tentando di mutare quasi il dolore in un soffice cuscino, ne cambia la natura. Il cielo è plumbeo anche con il sole, troppo timido per farsi spiare da noi comuni mortali troppo intrisi di peccati. Ogni giorno una ricerca difficile... ma verso cosa? se oggi cerco e lo stesso domani, quand'è veramente che assaporo i frutti dei miei sforzi? un impegno costante rivolto a coltivare una pianta carnivora che mi mangerà appena ne sarà ingrado. Allorchè niente ha più senso se non cercare di essere felici anche sotto un cielo scuro e scansare questa voglia di ricerca che rischia solo di non farci godere delle cose giornaliere riduciendole a banalità inutili. (e perchè?) A volte sembra veramente che ogni cosa intorno ti metta fretta, e questa stupida nostalgia che sembra non ci sia mai, in realtà cova all'interno di te e ti punzecchia quando meno te lo aspetti, quasi incrinando la forza che hai nel rimettere la tua vita sulle giuste rotaie. rotaie... oggetto di ferro... non avevo mai pensato quanto le costruzioni dell'uomo siano vincolanti e ti spingano sempre in un unico angolo, mentre una collina ti permette di seguire qualsiasi direzione, perchè di fatto non ha nè confini, nè meta e ti da la possibilità di poter cogliere qualsiasi ceppo d'erba. Forse è anche questo che porta le persone ha sciegliere tra "città e campagna". Ma questa sera non ci sono scelte, o cmq non ce ne sono di importanti, non stasera. Stasera alberga la riflessione confusa di una mente troppo stanca di pensare e vogliosa solo di agire, forse perchè troppo consumata. Ho voglia di essere coccolata da suoni tipicamente italiani e cullarmi in un mondo che può essere solo il mio. La notte, le stelle, gli aerei che passano silenziosi mi portano a Parigi, lungo quelle viette strette fatte di sanpietrini bagnati da una pioggia leggera dove camminare e gurdare i palazzi con le loro finestre "spente"... solo una è accesa, dalla quale proviene il suono di un pianoforte... chissà chi lo suona. A volte così "passo le notti", perlomeno questa. Magari all'alba, prima che sorga completamente il sole, andrò in un "caffè" che odorerà di quadri e di artisti e rimarrò finchè possibile ad ammirarli intensamente finchè il sonno non mi salverà dal bagliore della luce.
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