mercoledì 8 ottobre 2008

Paris, que je te quitte...

Paris. La sensazione è stata quieta. L'emozione è arrivata in punta di piedi fino a quando non si è scontrata con la realtà: ero a Parigi e nessun pizzico mi avrebbe risvegliato. Lì c'era tutto quello che avevo sempre immaginato e qualcosa in più, c'ero io, ed ero nel posto giusto. Ho visto poco, ma non mi interessa, anzi, ciò vuol dire che sarò costretta a tornarci :) Ho cominciato a capire dov'ero nel momento in cui sotto la Torre Eiffel ha cominciato a piovere. La pioggia più bella che io avessi mai visto: nebbia condensata troppo pesante per rimanere sospesa, ma anche troppo leggera da cadere violentemente a terra; ti accarezza il viso e colora il cielo di un grigio melanconico. Felicità. Non era come la immaginavo e credo di averla apprezzata meglio appunto perchè le mie aspettative non sono state nè confermate nè deluse. E' semplicemente Bella, in un modo comprensibile solo se vissuta. Mi sono accorta di sentirmi a casa più che all'estero, e per la prima volta ho fatto un viaggio in cui la musica non dovesse colmare nessuna assenza, nessuna mancanza. E' una città grande, una grande città. Ho voglia di tornare, e questa voglia si ha solo dove ci si sente a casa. Io la consiglio, anche se nessuno la vivrà mai allo stesso modo. Credo che le emozioni di ognuno la rendono ogni volta una città diversa in base a chi la visita. Bella.
Il Louvre non è come lo immaginavo. E' molto più grande, più caotico, più ricco. C'è di tutto, e forse troppo in effetti. Emozione a mille anche lì: Amore e Psiche, la Nike, la Venere delle Rocce, Pannini, Raffaello, Michelangelo, Leonardo, Canova, Delacroix, David, Botticelli, Gericoult... tutti anche chi non ti aspetti... Ho il respiro pieno solo a ripercorrerli tutti in quelle enormi sale.
Il Museo D'Orsey ti impressiona più di quanto si possa credere... Monet Manet, Renoir, Van Gogh... 10 anni visti sui libri, quadri con le dimensioni da cartolina in alcuni casi sono in realtà pareti intere... e Manet, quando l'ho visto... ormai credevo fosse solo frutto della mia immaginazione. Sarò stata sul serio a Parigi? Ne ho un ricordo come di uno di quei sogni perfetti, belli, di cui la mattina si fa fatica ad accettare che in realtà si è solo dormito, ma che ti fanno partire bene la giornata. Anche i rumori delle macchine avevano un suono diverso, quasi musica. L'ho vissuta dentro di me, ed è stato intimo e bello, proprio Bello.

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